lunedì 2 marzo 2015

Gli arringatori

Nel 1566, sulle rive del Lago Trasimeno, fu rinvenuta una scultura etrusca di epoca romana, la cosiddetta statua dell’Arringatore. Aule Metello era un senatore romano del I secolo a.C., qui rappresentato nell’atto di richiamare l’attenzione della folla con il braccio destro proteso in avanti. 
Una figura millenaria e immortale, quella dell'arringatore, interpretata dai più importanti capi di stato della storia come Adolf Hitler, fino ad arrivare ai leader delle rivolte di classe come Martin Luther King. Sebbene di ideali diametralmente opposti, i due personaggi riuscirono entrambi a intrattenere le folle con i loro discorsi e a condizionarne la mentalità. Entrambi divennero leader di un popolo, animati da un sogno e morti con questo. Due icone del novecento che segnarono profondamente il cammino della civiltà. Sia in vita sia dopo la morte.


Il Novecento può essere considerato un secolo ancora più rivoluzionario dei precedenti, poiché ci fu un cambiamento drastico nel modo di pensare della gente.

Come riuscì un imbianchino pazzo a scatenare il più grande conflitto della storia? Con quali armi un leader della non violenza liberò un intero popolo dalla discriminazione razziale? 
Oltre alla grande capacità oratoria che li caratterizzava, Hitler e King sapevano creare un legame unico con la folla. La loro non era solo un'abilità divulgativa efficiente, bensì un sesto senso della comunicazione, che gli permetteva di intuire e di conoscere gli stati d'animo della gente. Ma soprattutto, i due oratori tennero fede a una gestualità primordiale, coniata millenni prima della propaganda e del Black Power.
Lo sguardo dell’arringatore è mite e autorevole allo stesso tempo, adatto a sostenere la veemenza della folla. La posa è fiera ed elegante, non superba come quella di un sovrano, ma nemmeno troppo umile come quella di un plebeo. Il busto dell’uomo è piegato leggermente in avanti, come se volesse raccogliere gli sguardi dei suoi interlocutori, e trascinarli in salvo con le sue parole.
L.C.

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