lunedì 19 gennaio 2015

Speciale per Lucio


<<Sono tre ore che state a parlare e non si è concluso niente! Io propongo delle cose: vi emozionano, vi piacciono, sì o no?>>
Con queste poche parole, il 2 giugno 1970 Lucio Battisti risponde alle critiche degli spettatori di Speciale per voi, ribadendo ancora una volta la natura delle sue canzoni.


Sotto un cespuglio di capelli neri e con la sua voce flebile ma chiara, Battisti incarnò l’essenza delle canzoni che cantava, o che provava a cantare. L’autore de “I giardini di marzo” e “29 settembre”, infatti, venne spesso accusato di non saper cantare per via della sua voce “non gradevole” e quindi di non potersi definire un vero cantante.
Al giorno d’oggi, con l’avvento dei talent show,  aspiranti cantanti hanno stupito il mondo con le loro voci superbe e possenti, che avrebbero di certo soddisfatto il critico musicale Renzo Nissim (2:52). Eppure, siamo ormai indotti a pensare alla voce come uno strumento, trascurando alcune caratteristiche fondamentali di un cantante, ovvero la capacità di saper emozionare e interpretare una canzone.
Renzo Arbore riprende il microfono e domanda al pubblico: <<È importante la voce o non è importante la voce per poter cantare?>>. Un’altra critica, un altro dubbio, ma Lucio non si scompone, non si altera, accenna un sorriso.
"L'importante è comunicare con il pubblico. Il resto conta molto poco. Il guaio è che in Italia ci sono ancora troppi cantanti alla Claudio Villa."


L.C.

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