Monaci amanuensi intenti
a trascrivere pergamene vergate in lingua d’Oil, Giacomo da Lentini concepisce
il sonetto alla corte di Federico II, i divi dello Stilnovo celebrano le loro
amate in cambio di un saluto. Infine, Dante e la sua Commedia si accomodano nell’ultima
carrozza del treno della nostra memoria.
Questa pioggia di
flash che vi ha appena invaso la testa non combacia esattamente con la storia
della letteratura, materia da sempre titolare nei licei umanistici italiani.
Ma che cos’è la
letteratura? Un ricordo sgualcito delle superiori?
Ho sempre immaginato
la letteratura come un vestito stupendo, frutto delle nostre intuizioni,
intrecciate tra di loro per trarne trame intriganti e appassionanti, ideate da
noi. La letteratura non si trova solo nei libri di scuola, anzi, è più semplice
e intuibile scovarla nella quotidianità, anche se spesso sfugge ai nostri sensi.
"S'i fosse foco", pietra miliare della letteratura italiana, cantata dal rivisitatore moderno per eccellenza: Fabrizio De Andrè.
Le poesie
trecentesche altro non sono che le antenate delle odierne canzoni commerciali. Per
non parlare della Chanson de Roland: il poema epico divenne infatti il
tormentone più acclamato nelle corti feudali. Dante, invece, con la sua
Commedia scalò le classifiche fin dalla
prima stesura, rimanendo in pole-position fino ai giorni nostri.
Non sempre
l’accezione “modernità” esprime qualcosa di innovativo e mai visto, ma può
accogliere nel suo significato anche una rivisitazione del passato, colto con
degli occhi nuovi, i nostri.
L.C.